Il ruolo del leader non è semplice: deve guidare con fermezza e autorità, ma anche consigliare e affiancare i propri collaboratori con empatia. La forza di un buon leader sta nel saper equilibrare perfettamente questi elementi così diversi tra loro in modo tale da creare un ambiente in cui ciascun componente del team (lui compreso) sia portato a dare sempre il massimo e a crescere.

In tutto ciò è da tenere in considerazione anche e soprattutto il parere della squadra. Una delle caratteristiche più ricercate nei leader è la capacità di riconoscere e valorizzare le capacità delle persone: il 79% di coloro che lasciano il proprio lavoro, infatti, ammette che una delle ragioni principali della propria scelta è proprio la mancanza di apprezzamento proveniente dai coordinatori. Secondo Ron Carucci, consulente manageriale con più di 25 anni di esperienza nel settore, basterebbero pochi piccoli accorgimenti da integrare con le capacità peculiari di ognuno per rendere il ruolo di leader ancor più efficiente.

  • Sì ai complimenti, soprattutto se motivati: è giusto che vi complimentiate con i vostri colleghi, perché in questo modo rafforzerete il rapporto di fiducia e stima nei vostri confronti. Il modo migliore per farlo è dimostrare interesse per il lavoro svolto e riconoscerne la difficoltà di esecuzione, in modo da sottolineare l’importanza del risultato ed elogiare implicitamente colui che l’ha eseguito.
  • Attenzione alla “distanza di sicurezza”: è necessario che manteniate una certa distanza dai vostri collaboratori e vi rapportiate al vostro team senza perdere autorità, ma dimostrando comunque empatia e interesse nei loro confronti.
  • Spontaneità, prima di tutto: portare complimenti e lodi all’eccesso non è mai una buona strategia, quindi mantenete i vostri modi di fare semplici e spontanei, così da non sembrare forzati o costruiti.

Un’altra caratteristica molto ricercata nei leader è la capacità di guidare ogni componente del team nella propria carriera personale, oltre che nel percorso di squadra: il 70% dei lavoratori intervistati, però, come dimostrano i dati raccolti da Cebglobal, si reputa poco soddisfatto dalle opportunità di carriera proposte dalla propria azienda, e non riesce a delineare i propri obiettivi a lungo termine.

Per risolvere questo stallo, il leader ha le capacità per proporsi sotto quattro diverse forme:

Bussola:
indicare la strada da seguire è importante, ma ancor più importante è che diate una mano perché ognuno la trovi individualmente, così da rendersi autonomo nel proprio percorso e nella propria crescita.

Mentore:
fate capire a tutti che il vecchio ideale di carriera come strada per raggiungere un titolo è ormai superato. Il vero obiettivo è lavorare su sé stessi e capire quali esperienze si vogliono fare, quali cambiamenti si vogliono apportare al proprio lifestyle e di quali responsabilità ci si vuole far carico.

Motivatore:
l’apprendimento di una nuova capacità è un passo avanti e va timbrato come tale. Creare obiettivi intermedi è quindi un’ottima strategia per motivare ancora di più le persone e sottolineare il vostro interesse nel seguire la loro crescita passo a passo, rafforzando la fiducia e la stima nei vostri confronti.

Spinta:
fate in modo che ogni componente del team abbia la possibilità di spaziare, esplorare e assimilare diverse competenze, che potrà poi riutilizzare in diversi ambiti ed evolvere in base alle necessità.

 

L’evoluzione di un’azienda può avvenire solo quando a evolvere sono tutti coloro che ne fanno parte. E ogni singolo evolve soltanto quando è l’azienda stessa a evolvere. È uno scambio, un ciclo, in cui tutti collaborano per fare in modo che a crescere siano i vari componenti del team, il leader e anche l’azienda stessa.

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