Progresso, evoluzione, cambiamento: sono parole che ricorrono frequentemente in tutti i discorsi che riguardano il buon funzionamento e la crescita di ogni azienda. Ma c’è un’altra parola che è necessario compaia tra queste: retention, letteralmente “mantenimento”. E in questo caso parliamo di Employee Retention, e cioè la capacità di un’azienda di attrarre dipendenti talentuosi e conservarli a lungo.
Le aziende che riescono a dimostrare una buona Employee Retention diventano più invitanti agli occhi di nuovi collaboratori, e continuano a essere stimolanti per i collaboratori di vecchia data.
Una buona strategia di Employee Retention si basa su dieci punti fondamentali:
1- Assunzioni intelligenti: è importante, in primis, dotarsi di collaboratori capaci e allineati con gli obiettivi e i valori dell’azienda, e successivamente fare una buona azione di onboarding: una forte sinergia fin da subito è la base per un rapporto duraturo.
2- Comunicazione e feedback: tenere aperta la comunicazione con tutti i collaboratori è fondamentale per entrambe le parti: emergono infatti nuovi spunti di business per l’azienda e si crea un clima più disteso e accogliente per l’individuo.
3- Formazione e possibilità di crescita: incentivare l’aggiornamento e la formazione dei collaboratori è fondamentale, perché “gli occhi vedono sono quello che la mente è preparata a comprendere.”: in questo senso, preparare al meglio i propri collaboratori permette loro di avere un’occhio allenato sulle possibilità di crescita personale e innovazione aziendale, mantenendo così attivo il loro interesse per il proprio lavoro.
4- Compensi e benefit adeguati: come abbiamo già scritto nell’articolo sulla EVP, non è solo un buon compenso a trattenere i collaboratori. Spesso vengono ritenuti più importanti i benefit: assicurazioni, giorni di ferie, bonus, calcolo della seniority, ecc…
5- Luogo di lavoro accogliente e confortevole: i lavoratori amano vivere un ambiente di lavoro piacevole e funzionale. Questa descrizione è da leggere su due livelli: innanzitutto a livello fisico, per cui il luogo in cui si lavora dovrebbe sempre essere ben ventilato, illuminato e accogliente, e in seconda battuta anche in termini di cultura e assetto valoriale dell’azienda.
6- Equilibrio tra lavoro e vita privata: in un ambiente molto dinamico e che richiede grande presenza fisica e mentale, il burnout è dietro l’angolo. È quindi importante che ogni lavoratore possa dedicare tempo alle proprie dinamiche famigliari e personali, quando ce n’è il bisogno, senza sentirsi in difetto nei confronti dell’azienda.
7- Programmi di mentorship: far lavorare nuovi collaboratori con veterani dell’azienda è un buon modo per coinvolgere i nuovi arrivati e riattivare chi invece è già abituato ai ritmi dell’azienda. Il ritorno è duplice: il nuovo collaboratore impara dal veterano, e il veterano può sfruttare la ventata d’aria nuova e il punto di vista di un “esterno” per analizzare e, se serve, rivedere il proprio metodo di lavoro.
8- Informazione continua: in ogni azienda avvengono cambiamenti più piccoli e altri più incidenti: in entrambi i casi è importante coinvolgere tutti i collaboratori e tenerli aggiornati riguardo lo svolgimento di ogni cosa, così da farli sentire parte integrante dell’organico a prescindere dal loro ruolo.
9- Team working: quando le persone lavorano in gruppo possono avere risultati migliori rispetto ad un lavoro individuale. Dare ascolto alle idee di tutti e lavorarci in team permetterà ad ogni collaboratore di sentirsi importante e lo spronerà a partecipare sempre attivamente alle attività aziendali.
10- Riconoscimento: ultimo punto, ma forse il più importante: ogni collaboratore investe tempo ed energie nel proprio lavoro, e lo fa più volentieri se qualcuno riconosce il suo valore e glielo dice spontaneamente e direttamente.
Quando un collaboratore lascia un’azienda, lo notano tutti: è provato che le persone intorno a lui inizieranno a chiedersi se non dovrebbero loro stessi cambiare lavoro. Allo stesso modo se un nuovo collaboratore viene a sapere che qualcuno lavora in quell’azienda da molto tempo, prova un senso di sicurezza e tranquillità che lo rasserenano riguardo l’inizio di una nuova avventura lavorativa. Per questo motivo la Employee Retention dovrebbe essere tra le priorità di ogni azienda.
CONDIVIDI L’ARTICOLO!
Related Posts
14 Gennaio 2019
Leadership: un fine gioco di equilibri.
Il ruolo del leader non è semplice: deve guidare con fermezza e autorità, ma anche consigliare e affiancare i propri collaboratori con empatia. La…
24 Dicembre 2018
Istruzione e innovazione: due rette parallele o incidenti?
La parola più ricorrente per le aziende e imprese nel nostro secolo è “evoluzione”: il mercato è in costante cambiamento, gli strumenti tecnologici…
10 Dicembre 2018
EVP: «Perché lavorare in un’azienda piuttosto che in un’altra?»
La EVP, Employee Value Proposition, è un dato interessante da prendere in considerazione per le aziende, perché è quell’insieme di valori che una…